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Segni di un prossimo rinnovamento

Si è conclusa da poche ore la prima giornata del Convegno Filatelico MilanoFil E’ evidente a tutti il peso della crisi che oramai da alcuni anni sta affliggendo inesorabilmente il Mercato Filatelico Italiano. Se da un lato la disponibilità economica del collezionista viene sempre meno, dall’altro lato abbiamo potuto assistere tempo addietro ad operazioni da parte di Poste Italiane e di alcune associazioni di professionisti che per certo non hanno favorito la ripresa, dando a volte addirittura l’impressione, per così dire, di “remare contro”. Mi riferisco in particolare alle altissime tirature per ciascun francobollo nuovo emesso, allo spropositato numero di emissioni filateliche per anno solare che, unitamente a folder, tessere, cartoline, album e quant’altro, hanno portato all’allontanamento anche dei più temerari e fidelizzati collezionisti, oramai impossibilitati ad investire ogni anno cifre tanto importanti. Non da meno la distribuzione decisamente disomogenea – se non addirittura la totale assenza – delle emissioni in tutti gli sportelli filatelici d’Italia. Non mi dilungo oltre, avendo già da tempo affrontato in modo chiaro e deciso la situazione punto per punto.

Ebbene, così come al tempo non ho potuto che essere categorico e decisamente severo, oggi in tutta sincerità non posso che percepire una ventata di freschezza e di autentico rinnovamento, e mi precipito a condividere le mie impressioni con voi.

Il motore primario che fa muovere la macchina della Filatelia in Italia, senza voler più essere ipocriti, è il denaro, il business, e con essi il valore che ciascun oggetto filatelico degno di nota può o potrà mai assumere in un futuro prossimo o lontano (sogno o realtà che sia). Inutile nascondersi dietro il mero gusto per il collezionare qualcosa, o il desiderio di completezza di una data raccolta. Certo: tutti aspetti sempre attuali che tra le altre cose caratterizzano la mia stessa persona, ma – parliamoci chiaramente – anche il più puritano tra tutti i collezionisti, ammirando soddisfatto un pezzo importante della propria raccolta, avrà subito la mente rivolta non tanto alla storicità o meno di tale oggetto, quanto al valore di catalogo o di mercato dello stesso. Inoltre, a intensificare maggiormente questo aspetto, il desiderio da parte di molti piccoli o medi commercianti per così dire improvvisati di “fare l’affare” ogni qual volta si presenti loro una buona occasione di investire o di acquistare a scopo di rivendita; un “qualcosa” identificabile grazie alla loro assiduità nel seguire con interesse e particolare attenzione tutti gli sviluppi di ciascuna novità filatelica di Poste Italiane. Le antenne sono sempre rivolte al Mercato (eBay, Delcampe, Convegni e siti web di settore), pronte a cogliere sensibili variazioni di prezzo, di reperibilità, di richiesta, relativamente ad emissioni particolari, si tratti di un francobollo con codice a barre, di un intero postale, oppure folder, tessera filatelica, cartolina filatelica oppure – perchè no – busta realmente viaggiata in date o occasioni speciali. Per alcuni è necessità. Per altri un gioco. Il punto è che la dinamica è totalmente ricorsiva.

I magnati e i cosiddetti puritani della filatelia in Italia non hanno mai saputo fare altro che criticare ogni aspetto meramente speculativo, convinti di identificare in esso il vero cancro del collezionismo in Italia. Scioccamente, sì, perchè non hanno saputo comprendere invece che tutto ciò, forse con modalità e sfacettature differenti, in verità non era niente di meno che il vero motore che DA SEMPRE faceva muovere il Mercato Collezionistico.

Il punto cruciale di oggi è che – personalmente – ho la netta sensazione che “qualcuno” finalmente abbia compreso questo aspetto più che fondamentale e, a fronte di questa “scoperta”, abbia iniziato ad attuare certi cambiamenti che fin da subito hanno riscontrato il consenso di moltissimi collezionisti e commercianti italiani. E’ bastato infatti ridurre (e non di poco) la tiratura dei francobolli emessi perchè il fermento agli uffici postali tornasse palpabile. E’ stato sufficiente decidere di emettere le nuove tessere filateiche con tiratura limitata e verificabile attraverso specifica numerazione apposta su ciascuna di esse per riportare in auge questa interessante collezione. E sicuramente la mossa da parte di Poste Italiane di emettere la tessera filatelica Italiafil il 23 ottobre 2015 in soli 1000 esemplari numerati, distribuiti in occasione del convegno di Firenze, è stata azzeccatissima, tanto da riportare l’attenzione di tutti i collezionisti (filatelici e non) a questo oggetto divenuto in poche ore uno dei pezzi chiave dell’annata, se non addirittura della raccolta. Ben consapevole del successo ottenuto, ecco che Poste Italiane decide di sferzare un nuovo colpo ancor più violento, incisivo, davvero capace questa volta di lasciare il segno anche nei mesi a venire. E quale occasione migliore se non uno dei convegni più importanti d’Europa? Mi sto riferendo, senza ombra di dubbio, alla rara e pressochè introvabile tessera filatelica Veronafil, emessa – caso più unico che raro – in solamente cinquecento esemplari numerati, distribuita PER INTERO in occasione dell’omonimo convegno filatelico a fine novembre dello scorso anno. Ma avremo altre occasioni per affrontare assieme questo argomento che, anche durante questa prima giornata di MilanoFIL, ha e sta assumento di giorno in giorno un’importanza degna della massima attenzione.

Allo stesso modo sono in essere operazioni importanti che vedono coinvolti i collezionisti di Folder Filatelici, con emissioni curate e attente al dettaglio. Tutto questo fermento è palpabile e lo si percepisce nei discorsi di amici collezionisti, durante incontri fra commercianti, tra le righe di articoli a tema. In tutta franchezza, personalmente fatico ancora a intravedere una via di fuga certa e quantomai solida da quel pesante stato di crisi che tanto pesa oggi sulla Filatelia Italiana. Eppure, dopo così tanti mesi – e ancora non so bene il perchè – oggi ho rispolverato in archivio gli stock e le precedenti annate di folder e tessere filateliche, con la strana sensazione che, probabilmente, la loro storia non sia ancora giunta al termine.

Cerchiamo di Essere Seri – di Luciano Raimondi

A forza di tirare la corda si spezza.

Di seguito il nuovissimo articolo del Sig. Luciano Raimondi che rappresenta una pesante critica nei confronti dell’amministrazione postale Italiana che, oramai da anni, pare totalmente incapace di corrispondere alle esigenze e alle vere aspettative dei privati collezionisti. Forse con un occhio di riguardo a “certi commercianti”, ciò che all’origine nasceva e veniva diffuso per il gusto e il piacere di collezionare, oggi non ha più ragion d’essere. Già a suo tempo io stesso avevo pubblicato un articolo assai pesante dal titolo “La Crisi del Mercato Filatelico Italiano“, se pur mirato, proprio nei confronti di Poste Italiane: non solo critiche o rimproveri, bensì punti chiari, suggerimenti mirati al fine di dare una svolta radicale e positiva al collezionismo filatelico italiano. A risposta di tale scrittura, la barzelletta filatelica italiana ha voluto che “i magnati” decidessero per una strada, decisamente diversa, se non quasi opposta. Un vero peccato, sia per i privati collezionisti, sia per i neofiti della filatelia che oramai si contano sulle dita di una mano, sia per i commercianti stessi che, volenti o nolenti, si sono trovati costretti a diversificare le proprie vendite dal momento che il fatturato filatelico, purtroppo, non era più sufficiente a garantire un reddito accettabile.

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Complimenti Maestà – di Luciano Raimondi

A voi un nuovo articolo del Sig. Luciano Raimondi, da sempre grande appassionato di filatelia Italiana ed estera, nonché estimatore e coltivatore di una grande passione verso il Codice a Barre. In anteprima sul nostro portale due pagine cariche di passione, affetto e coinvolgimento, dedicate a Sua Maestà la Regina Elisabetta II.

Il Sig. Raimondi ci ha concesso ancora una volta di poter pubblicare in anteprima sul nostro portale il suo articolo, scaricabile in formato PDF cliccando sul link sottostante. Buona lettura.

Complimenti Maestà

(clicca il link qui sopra per scaricare e leggere l’articolo)

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La tracciatura della posta1

Continua senza sosta l’avventura attorno al nuovissimo servizio di spedizione “posta1” al via il 1 ottobre 2015 e ad oggi, dopo 5 giorni, ancora con parecchi disservizi al seguito e non pochi aspetti da migliorare e ottimizzare. Primo fra questi il dotare tutti i portalettere del palmare che permetta loro di “sparare” l’apposita etichetta incollata dal mittente sulla busta, prima di imbucare quest’ultima nella cassetta delle lettere del destinatario. Così facendo, consultando il tracking online, si sarà informati sull’avvenuto recapito al civico. Nel precedente articolo ho sottolineato il fatto che l’utente finale non ha la possibilità di monitorare la tracciatura completa della busta spedita con servizio posta1, però – attenzione – la tracciatura completa (o quasi) esiste ed è verificabile dagli addetti di Poste Italiane. A proposito delle mie spedizioni del 1 ottobre fatte ad-hoc per inaugurare il nuovo servizio, qualunque addetto alle Poste, consultando il terminale, oggi può confermare l’accettazione presso l’ufficio postale di Gadesco P.D. (CR) avvenuta proprio il 1/10/2015 e anche la consegna delle stesse il 2/10/2015 da parte dell’ufficio postale di Vescovato al portalettere, pronte per essere recapitate lo stesso giorno al mio civico. Al momento manca, per l’appunto, quest’ultima fase dell’effettiva avvenuta consegna da parte del portalettere, ma pare che risolveranno nel giro di qualche giorno.

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Inoltre, fin da subito ci si è accorti di una “svista” a proposito delle etichette autoadesive che il cliente dovrebbe staccare ed apporre in piena autonomia sulla busta da spedire con servizio posta1. Pare una barzelletta, ma esattamente sotto la parte autoadesiva da staccare e incollare sulla busta troviamo la frase “non rimuovere l’etichetta” quasi fosse di pertinenza esclusiva dell’addetto postale. Ciò è assolutamente errato e fuorviante. Stiamo parlando di spedizione prioritaria. Ciò significa che il mittente, già provvisto a casa propria di francobolli ed etichette, può prepararsi in piena autonomia le proprie buste da spedire con posta1, quindi, senza neppure passare dall’ufficio postale e saltando la fila, imbucarle direttamente nella cassetta delle lettere. Terrà per sé come promemoria il talloncino privo di etichetta autoadesiva attraverso il quale poter leggere il codice e verificarlo eventualmente online. Tale talloncino NON è assolutamente una prova di avvenuta spedizione, ma solo ed esclusivamente un pezzetto di carta sul quale è riportato lo stesso codice che è stato posto sulla busta. Così come l’avvenuta consegna al civico NON è un’effettiva prova di avvenuta consegna, dal momento che il recapito della posta1 non prevede la consegna brevi mano, nè tantomeno la firma del destinatario.
Ecco, a proposito dell’effettiva avvenuta spedizione è importante che l’Ufficio Postale di partenza esegua l’accettazione a scanner di tutte le buste di tipo “posta1” sia che esse siano consegnate allo sportello dal mittente, sia che provengono dalla cassetta delle lettere. Così facendo esisterà una prova digitale di avvenuta spedizione, se pur accessibile esclusivamente dagli addetti postali, ma comunque sia fruibile in caso di necessità dal destinatario attraverso il servizio telefonico 803160, oppure direttamente a qualunque sportello postale.

Per concludere, le etichette e i talloncini per l’Italia (interno) e per l’Estero sono pressochè identici: forse Poste Italiane avrebbe potuto prevederli di colori differenti, così da poterli riconoscere e distinguere a colpo d’occhio 😉 C’è chi ventila già il ritiro di tutte le etichette e la sostituzione con una versione aggiornata. Diamo tempo al tempo e come sempre restiamo ad osservare!

Dove e come si timbra la posta1

Ancora sulla posta1, il nuovo servizio di Poste Italiane al via il 1 ottobre 2015 e che tanto sta facendo parlare di sé in questi giorni. Tra i molti dubbi, uno forse più pressante è quello che riguarda la timbratura delle buste spedite con servizio posta1 (italia e estero). Ricordiamo che questo nuovo servizio permette al mittente di essere informato sull’esito della consegna al civico della lettera, ovvero di quando il postino avrà letteralmente imbucato la busta nella cassetta delle lettere del destinatario, grazie all’apposizione sulla busta stessa di una apposita etichetta munita di codice a barre testuale e anche 2D (scansionabile). Precisiamo, per maggiore chiarezza, che la consegna NON prevede la firma del destinatario come per la raccomandata, bensì la semplice domiciliazione della busta. Questo perchè si tratta di una spedizione prioritaria e non raccomandata (né tantomeno assicurata). Il codice che andremo ad apporre sulla busta infatti non consente di monitorare il tracking del nostro plico tratta per tratta, bensì fornisce esclusivamente l’informazione di avvenuto recapito al civico (non alla persona), pertanto non si tratta di una prova oggettiva di avvenuta consegna (non è prevista alcuna firma).

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Ora, veniamo a noi e in particolare al problema della timbratura. Le buste spedite con servizio posta1, mi ripeto, NON sono raccomandate, bensì delle Prioritarie, tanto è vero che il mittente, disponendo già a casa sia delle etichette adesive, sia dei valori postali per l’affrancatura (serie Leonardesca, o qualsivoglia altro francobollo in euro o anche in lire), potrà preparare anticipatamente la spedizione ed imbucarla semplicemente in qualunque cassetta delle lettere, senza dover fare la fila in posta e senza doverla far registrare allo sportello spedizioni.

In quanto prioritaria, diversamente da quanto si legge sul sito del CIFO, l’ufficio postale accettante non è autorizzato alla timbratura, che sarà invece effettuata esclusivamente dal primo centro postale di smistamento (nel mio caso Milano Borromeo), esattamente come tutte le buste preccedentemente definite “prioritarie” e che oggi invece rientrano nel servizio denominato “posta4“. L’ufficio postale accettante oggi deve obliterare unicamente i francobolli in lire o in euro utilizzati dal mittente per il pagamento totale o parziale della tariffa di tutti quei servizi affrancabili che vanno obbligatoriamente accettati allo sportello, ovvero posta raccomandata, posta assicurata e pacco ordinario.

A dimostrazione di tutto questo alcuni esempi pratici:

  1. spediamo una busta semplice con servizio posta4 (la vecchia prioritaria – solo un po’ più lenta e un po’ più cara) e una busta con servizio posta1 entrambe regolarmente affrancate (€ 0,95 e € 2,80 – primo porto) evitando di farle timbrare dall’ufficio postale accettante (come è corretto che sia): quando la riceveremo, troveremo apposto su entrambe le buste il timbro del centro di smistamento accettante che si sarà occupato di annullare i valori postali dell’affrancatura. Si prevede già infatti presso i centri di smistamento che tali buste, spedite con tali servizi, debbano essere annullate (qualora siano affrancate) e infatti sono gestite nello stesso “canale”.
  2. spediamo una busta “posta4” e una busta “posta1” regolarmente affrancate e, a riprova, facciamole timbrare preventivamente dall’ufficio postale accettante: quando la riceveremo, troveremo apposto sulla busta anche il timbro del centro di smistamento che si andrà a sovrapporre al primo. Infatti il centro di smistamento, pur riconoscendo i francobolli, non si aspetta di trovare tali valori postali già obliterati e se ne occupa comunque, essendo un suo compito. Il tutto ovviamente avviene in modo completamente automatizzato, con timbri meccanici, lettori ottici e altri sistemi che ora tralascio.
  3. spediamo una raccomandata o un’assicurata in modo regolare: l’ufficio postale accettante andrà ad annullare con il proprio guller di zona tutti i valori postali impiegati per l’affrancatura ed inserirà le buste in apposite scatole per la spedizione massiva della posta al centro di smistamento; scatole ben distinte da quelle atte a contenere buste di tipo posta 1 e posta4 (queste ultime due assieme nel medesimo contenitore): riceveremo le nostre buste unicamente con annullo dell’ufficio del mittente, senza ulteriori timbri da parte dei centri di smistamento. Potremmo eventualmente trovare a tergo, ma anche a fronte, timbro guller dell’ufficio di destinazione (ma non sempre). Questo perchè i centri di smistamento NON si occupano di obliterare raccomandate, assicurate e pacchi ordinari, nè tantomeno sono attrezzati per farlo, nel “canale” che prevede la gestione di questi servizi.
  4. spediamo una raccomandata o un’assicurata evitando (per verifica del caso) che l’ufficio accettante non obliteri come dovrebbe i valori postali (ad esempio una dimenticanza): riceveremo la nostra busta non obliterata, a meno che l’ufficio di destinazione, accorgendosi della mancanza, si preoccupi di annullare i francobolli, supplendo alla mancanza dei colleghi (una svista più capitare). Per certo non troveremo mai i nostri francobolli annullati con timbro meccanico del centro di smistamento, per il motivo spiegato al punto III.

Quattro semplici esempi per chiarire un aspetto fondamentale della posta1: ossia che l’ufficio postale accettante non timbra i francobolli usati per l’affrancatura, ma gestisce la busta spedita con tale servizio al pari di una semplice lettera non raccomandata. L’ufficio accettante dovrà semplicemente inserire tutte le buste di tipo posta1 e posta4 nel medesimo contenitore e spedire al centro di smistamento, sia per l’obliterazione, sia per la conegna.

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Quindi, per concludere, le buste regolarmente viaggiate con servizio posta1 si riconoscono dall’annullo postale del centro di smistamento, solitamente meccanico e non fatto a mano con guller, oltre che dalla serie di barrette verticali generalmente presenti a fronte della busta in basso. Si potrebbero riconoscere anche verificando l’esito del recapito delle stesse al civico attraverso la verifica della consegna con il servizio di Tracking On Line di Poste Italiane: peccato che già dal giorno immediatamente successivo al lanco del nuovo servizio pare siano sorti grossi problemi e disservizi in tal senso: la maggior parte dei portalettere non è stata informata correttamente su come agire in tal senso e oggi quasi tutte le buste spedite il 1 ottobre con posta1 e puntualmente recapitate, non risultano ancora consegnate. Questo problema andrà risolto al più presto da parte delle Poste, sia per le nuove spedizioni, sia per quelle già avvenute, dato che il plusvalore pagato dai clienti proprio per poter usufruire di una tale verifica altrimenti sarebbe stato versato inutilmente. Ma noi siamo fiduciosi e attendiamo i primi giorni della prossima settimana e, come sempre, restiamo ad osservare 🙂

Tariffe vecchie e nuove e nuovi servizi postali

Eccoci di nuovo a un appuntamento imperdibile per chi, come il sottoscritto, si diletta a creare oggetti di storia postale moderna. Sarete certamente al corrente che ieri 1 ottobre è stata una giornata da non trascurare assolutamente. Proprio ieri la tariffa di primo porto della posta ordinaria (che prende il nome di servizio “posta4”) è passata da € 0,80 ad € 0,95 (secondo porto da € 2,1 a € 2,55 … ). Come lasciarsi sfuggire una simile opportunità di realizzare certe buste create ad-hoc per l’occasione? Colta la palla al balzo, ecco pronte alcune prioritarie con tanto di vignetta descrittiva sulla sinistra regolarmente affrancate con il nuovo valore della serie “Posta Italiana” da € 0,95 e viaggiate proprio il primo giorno d’uso della nuova tariffa. Non volendo trascurare neppure il secondo porto da € 2,55 abbiamo realizzato qualche busta affrancata per l’occasione con un valore da € 0,95 e due valori da € 0,80.

E nel mentre che stampavo le vignette per le buste destinate a viaggiare il primo di ottobre, mi sono detto: “non possiamo certamente trascurare neppure l’ultimo giorno d’uso della vecchia tariffa da € 0,80” Ed ecco preparate e regolarmente viaggiate il 30 settembre 2015 un certo numero di prioritarie con affrancatura di primo porto per l’Italia.

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Tutto molto divertente. Oggetti interessanti sia dal punto di vista collezionistico, sia a testimonianza di un evento strettamente legato alla Storia Postale del nostro Paese. E vi devo ancora raccontare la vera chicca del giorno!

Poste Italiane ieri 1 ottobre 2015 ha presentato ufficialmente il nuovo servizio di spedizione denominato “Posta1“. Si tratta di una vera e propria novità postale sotto più aspetti. Da ieri è infatti possibile spedire lettere e oggetti con posta prioritaria al costo di € 2,80 (fino a 100 grammi – primo porto). Tale sovrapprezzo si giustifica nella possibilità di applicare una speciale targhetta sulla busta riportante un codice che permetterà al mittente di essere informato sull’avvenuta consegna al numero civico da parte del postino. Da non confondersi con la normale Raccomandata o Raccomandata1. Infatti tale etichetta/codice non consente una vera e propria tracciatura del plico, bensì fornisce solamente l’informazione di avvenuto recapito. Ciò significa che il postino non deve trovare necessariamente il destinatario di persona affinchè firmi e ritiri la busta: sarà sufficiente per il postino lasciare la busta nella cassetta delle lettere del destinatario, registrando con l’apposito scanner l’avvenuto recapito. E’ un po’ una via di mezzo tra una semplice prioritaria e una raccomandata: qualche garanzia in più rispetto alla posta semplice; decisamente molte meno garanzie rispetto a una raccomandata (che prevede la firma del destinatario e va pertanto consegnata alla persona fisica).
Sempre ieri primo ottobre Poste Italiane ha emesso 4 valori postali appartenenti alla bella serie “Leonardesca“. Per la prima volta tali francobolli non riportano il valore in euro, bensì una sigla che, oltre a corrispondere ad uno specifico importo, ne suggerisce l’uso (bada bene: non vincolante) per determinati servizi. Ed ecco infatti comparire il primo valore con sigla “A” di € 2,80 e pertanto indicato per affrancare lettere e plichi spediti con “Posta1” di primo porto. Con grande entusiasmo e frenesia, lavorando sul filo dei minuti, siamo riusciti a realizzare per tempo alcune buste davvero speciali affrancate con la Leonardesca A, applicando su ciascuna busta la nuova etichetta “posta1”, con descrittivo a tema sulla sinistra e … regolarmente viaggiate proprio in data 1 ottobre 2015, ovvero primo giorno di validità del nuovo servizio postale e allo stesso tempo primo giorno d’uso del suddetto francobollo!

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E’ un gioco; è divertente; è altresì emozionante quando poi ci si vedono recapitare con puntualità tutte (o quasi) le buste. A mio parere, tutte queste buste sono fin da oggi 2 ottobre oggetti di una certa importanza storico-postale in quanto regolarmente viaggiate in tariffa in una data importante, con timbro autentico del centro di smistamento di Milano Borromeo. Fra qualche anno acquisiranno valore oppure non interesseranno più a nessuno? Diverranno pezzi da museo, oppure finiranno in qualche albumetto assieme ad altri oggetti comuni, ignorate dai più? Chi lo sa … chi può dirlo … Di sicuro ancora una volta mi sono divertito un sacco, anche se a discapito di coloro che da ieri si sono ritrovati per l’ennesima volta le tariffe postali lievitate e non di poco!

Addio 2014! Era ora che te ne andassi …

Ringrazio pubblicamente l’amico Luciano Raimondi il quale ancora una volta sceglie di pubblicare attraverso il nostro portale un nuovo articolo, interessante ma allo stesso tempo tutt’altro che sereno. La difficile situazione economica di mese in mese grava sempre di più sulle teste dei collezionisti e in particolare sulla filatelia Italiana in generale; il tutto reso ancora più drammatico da una gestione pessima da parte di chi dovrebbe incentivare, stimolare, o per lo meno collaborare e invece a volte sembra quasi che stia remando contro (resto volutamente sul generico). Una veloce analisi della settima annata “Codice a Barre” conclusasi oramai da un mese: annata impegnativa per le tasche dei collezionisti e con qualche aspetto curioso e interessante da porre in evidenza. Il sig. Raimondi, ex Direttaore Artistico della Fabbri Editori in passato ha collaborato attivamente alla realizzazione di numerose opere il cui obiettivo era la diffusione della cultura filatelica in Italia e all’Estero. Conoscente e amico di personaggi importanti della Filatelia Italiana ed Europea, di commercianti di spicco e di collezionisti di alto livello, ha fin da subito saputo riconoscere nei Codici a Barre uno spiraglio di luce, una ventata di novità e di aria fresca per una filatelia Italiana che oramai da tempo (troppo tempo) era appassita, invecchiata e resa per nulla divertente da emissioni pacchiane e decisamente poco interessanti da collezionare. Ogni telefonata con il Sig. Raimondi è per me un momento di piacevole relax, regolarmente condito da racconti interessanti, fatti curiosi e … aimè … ultimamente anche notizie poco rassicuranti. Ma come lascia lui stesso intendere … “questa nostra appassionante storia è partita nel 1840 e certo è che guerre, conflitti, divisioni di Stati non ci hanno mai sconfitti e non ci riusciranno questi predatori a scalfire la nostra volontà e tanto meno quella dignità che non abbiamo mai perso”.

Non vi voglio rubare altro tempo. Vi lascio alla gradevolissima lettura di questo articolo, scaricabile in formato PDF dal link sottostante. Buon proseguimento di giornata.

Addio 2014!

di Luciano Raimondi

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Bizzarra Storia Postale Moderna

Non ho mai nascosto la mia passione per la storia postale antica e in particolare relativamente ad oggetti inerenti l’Area Italiana: belle buste eleganti impreziosite da corollari di francobolli commemorativi possibilmente appartenenti alla medesima serie e annulli nitidi, autentici del periodo. Più e più volte ho scelto certe affrancature prettamente filateliche su buste viaggiate del Regno e della Prima Repubblica (fil. ruota alata) solo ed esclusivamente per la bellezza intrinseca dell’oggetto. Forse questo farà storcere un po’ il naso ai puritani … pazienza 🙂

Con l’avvento dei francobolli con codice a barre provvedetti subito a far viaggiare alcune buste affrancate proprio con questi valori postali assai interessanti e al tempo inusuali. Hobby poi trascurato per via del lavoro nello Store di eBay che di mese in mese (oramai siamo alla fine del terzo anno di attività!) non dà tregua (meglio così … s’intende).

Poi però ci sono occasioni ed episodi che non riesco proprio ad ignorare ed ecco che la vecchia passione ritorna in auge, galoppante più che mai e con nuove fantasie filateliche al seguito 🙂 E come sempre non posso fare a meno che condividere con voi … rendervi partecipi di questo gioco divertente e coinvolgervi nella giostra della Storia Postale Moderna.

Molti di voi sapranno che in data 1 dicembre 2014 Poste Italiane ha aumentato le tariffe di spedizione di Posta Raccomandata e Posta Prioritaria (Italiana ed Estera). Inoltre – fatto assai curioso e interessante (oltre che utile allo scopo) – a decorrere dal 26 novembre 2014 vengono stampate le TP-Label anche a valore zero, qualora, ad esempio, una Raccomandata sia affrancata con francobolli in tariffa filatelica completa. Innanzitutto abbiamo già evidenziato due date filateliche importanti:

  • lunedì 1 dicembre 2014 = primo giorno di validità della nuova tariffazione
  • sabato 29 novembre 2014 = ultimo giorno utile per poter usufruire delle vecchie tariffe postali

Inoltre, sempre il 1 dicembre sono stati emessi i due valori di posta ordinaria da 80 e 95 centesimi, autoadesivi. Pertanto il 1 dicembre risulta essere il primo giorno di emissione per questi due valori.

Quale migliore occasione se non il 29 novembre per spedirsi “qualche raccomandata” di primo porto (€ 3,60) decisamente speciale, rigorosamente in tariffa, regolarmente viaggiata, creata ad-hoc per l’occasione? E perchè non sfruttare anche la nuova opzione della TP-Label a valore zero a ulteriore garanzia di autenticità di questi oggetti? Ebbene, in un momento di massima ispirazione mistico-filatelica, ecco che cosa la mia mente ha saputo escogitare.

Per trovare l’ispirazione perfetta ho preso in esame questi elementi di base:

  1. siamo nel 2014, pertanto avrei dovuto impiegare valori appartenenti a quest’anno. Il francobollo dedicato alla Nutella è a mio avviso uno dei più simpatici e interessanti. Allo stesso modo la bella serie del Turismo la fa sempre da padrona. Inoltre – aspetto assolutamente da non trascurare – per le spedizioni del 1 dicembre mi sarebbero servite le nuovi emissioni da 80 e 95 cent. (quest’ultimo purtroppo è saltato).
  2. l’affrancatura avrebbe dovuto rispettare la tariffa piena (€ 0,80 per la prioritaria; € 3,6 e € 4,00 per la raccomandata; € 5,80 per l’assicurata).
  3. Il frontespizio di ciascuna busta avrebbe dovuto ospitare la nuova TP-Label a valore zero, a garanzia di autenticità dell’oggetto. In aggiunta, a riprova della regolarità di ciascuna busta, le ricevute di spedizione ed il tracking stesso verificabile online.
  4. La scelta delle numerazioni di ciascuna Raccomandata poteva anche essere casuale, ma perchè non scegliere numerazioni finali in sequenza? 🙂
  5. Inoltre, nel caso specifico del gruppo di dieci belle raccomandate spedite il 29 novembre 2014 con tariffazione a € 3,60 (primo porto) perchè non impreziosire ciascuna busta con un bel logo riproducente l’annullo originale dell’emissione “Nutella” e numerare le stesse buste da 1 a 10, quasi si trattasse di una “tiratura limitatissima”?

Mi rendo conto che probabilmente alcuni di voi staranno cercando di capire quali sostanze io abbia assunto in quei giorni … e come darvi torto del resto. Però (c’è sempre un “però”) ora che tutte le pecorelle (anche quelle smarrite) sono giunte a destinazione, francamente ammetto di provare una certa soddisfazione nell’ammirare ciascuna di queste buste. Altissimo valore di catalogo? Prezzo di mercato pari a zero? Poco importa, amici. Il divertimento nel realizzarle, la soddisfazione nel farle davvero viaggiare, la solita immancabile ansia da smarrimento (leggi “furto”) e la gioia nel vedere recapitati anche gli ultimi pezzi … francamente è impagabile.

All’inizio tra le varie cose ho scritto che mi avrebbe fatto piacere coinvolgervi in tutto questo. So che alcuni di voi già da tempo realizzano Raccomandate e Prioritarie filateliche, per così dire “da collezione”. Ebbene l’idea di dare vita ad una nicchia filatelica rappresentata da tutti coloro che realizzano buste davvero speciali e soprattutto originali, oltre che esteticamente gradevoli e appaganti mi intriga parecchio. Tenuto conto di alcuni elementi chiave, io credo che oggetti simili a quelli fatti da me viaggiare, possano solleticare la curiosità di più di un collezionista, soprattutto dopo che una simile busta, vuoi perchè la data è oramai sfumata, vuoi perchè tale tariffa ha oramai perso la sua validità, non sarà mai più replicabile. Da qui l’importanza di tutto ciò che ne attesti l’autenticità: ricevute di spedizione, tracking online, TP-Label, annulli …

Al momento preferisco concentrarmi su spedizioni di tipo Registered (Raccomandate, Assicurate), nonostante l’importo più significativo di ciascuna affrancatura. La prioritaria, per sua natura, non è provvista di alcuni elementi a mio parere significativi ed è facilmente falsificabile. Nonostante ce ne scappi qualcuna ogni tanto, diciamo che per il momento faccio in modo di concentrare le mie energie e la mia inventiva sulla Posta Tracciabile e facilmente verificabile.

Per aggiornamenti, contatti, proposte e quant’altro … mi trovate un po’ dappertutto … un po’ come il prezzemolo 😉

PS le foto si vedono meglio su Facebook 😉

Dalla Finlandia i primi francobolli a sfondo dichiaratamente omosessuale gay

Il giorno lunedì 8 settembre 2014 è e resterà una data importante nella filatelia mondiale. La Finlandia, dopo non poche peripezie e difficoltà di carattere burocratico e le non poche proteste dei moralisti, emette ufficialmente in assoluto il primo foglietto filatelico a tema dichiaratamente sessuale gay. Il soggetto della vignetta è i famoso artista Touko Laaksonen. Conosciuto con il nome d’arte Tom of Finland (Kaarina, 8 maggio 1920 – Helsinki, 7 novembre 1991), fu un disegnatore e illustratore finlandese, noto per le sue illustrazioni omoerotiche che hanno influenzato la cultura gay del ventesimo secolo. Nel corso di quattro decenni ha realizzato oltre 3.500 illustrazioni caratterizzate da una forte sessualità, in cui vengono raffigurati uomini muscolosi con peni di grosse dimensioni.

Dopo sole 12 ore è già un successo a livello mondiale: le poste Finlandesi ricevono ordini da oltre 176 paesi di tutto il mondo per quantità cospicue di materiale. Le FDC sono dichiarate esaurite nel giro di poche ore, mentre i foglietti, emessi in quantità di 200.000 esemplari (normalmente una quantità più che sufficiente per i collezionisti di tutta Europa), difficilmente saranno in grado di soddisfare tutte le richieste. Sono soprattutto grossi commercianti e rivenditori internazionali ad aver inoltrato ordini a volume di questo articolo. Commercianti Finlandesi di eBay che per ovvie ragioni sono subito entrati in possesso di questo oggetto, messo in vendita al doppio del valore facciale (che ricordo essere esattamente di 3 euro = 3 francobolli da un euro ciascuno), hanno visto le loro scorte volatilizzarsi nel giro di 12 ore.

tomoffinland

Biografia e Storia (da Wikipedia)

Nato in Finlandia, figlio di due insegnanti che hanno assecondato la sua predisposizione per il disegno, Touko Laaksonen cresce sotto varie influenze artistiche, appassionato fin da piccolo alla musica e alla letteratura. Fin da piccolo è consapevole della sua diversità, cresciuto in una Finlandia rurale la cui popolazione era per la stragrande maggioranza composta da contadini e boscaioli; queste figure dalla spiccata virilità influenzeranno le sue future opere.

Nel 1939 si trasferisce a Helsinki per frequentare una scuola per pubblicitari, ma nel settembre del 1939 dopo che Hitler invade la Polonia, si scatena la seconda guerra mondiale; Laaksonen viene arruolato nell’esercito finlandese e coinvolto nella guerra d’inverno con l’URSS. In quel periodo la città, ma soprattutto il porto, è un via vai di figure che creavano turbamento in Laaksonen, marinai, operai, ufficiali dell’esercito. Dopo la guerra, Laaksonen viene restituito alla vita civile e lavora nel settore della pubblicità commerciale come artista grafico, ed inizia a creare disegni erotici per il proprio piacere personale, inoltre si diploma in pianoforte presso il Sibelius Institute. Agli inizi degli anni cinquanta frequenta la società bohémien di Helsinki, esibendosi al pianoforte nelle feste più esclusive, sempre il quel periodo inizia a viaggiare venendo a contatto con la cultura delle capitali europee.

Nel 1956 invia alcuni suoi disegni omoerotici alla rivista statunitense dedicata al corpo maschile Physique Pictorial, presentando i suoi lavori dietro lo pseudonimo di Tom, in seguito l’editore della rivista cambiò il suo nome in Tom of Finland. I suoi lavori erano talmente apprezzati dall’editore che nel 1957 uno di questi finì sulla copertina della rivista. Ma la sua arte catturò l’attenzione pubblica, soprattutto da parte della comunità gay, solo all’inizio degli anni settanta. I suoi lavori erano noti per focalizzarsi sugli archetipi della mascolinità, in cui venivano ritratti boscaioli, operai, motociclisti, poliziotti e uomini vestiti in pelle. Sempre agli inizi degli anni settanta tiene le sue prime mostre, nel 1973 le sue opere vengono esposte ad Amburgo, mentre nel 1978 tiene le sue prime mostre negli Stati Uniti, Los Angeles e San Francisco. L’artista conosce il successo commerciale, grazie all’incontro con l’uomo d’affari canadese Durk Deher; nel 1979 i due fondano la Tom of Finland Foundation che si occupa della raccolta, della conservazione e della divulgazione di opere d’arte omoerotiche. Alla fine degli anni novanta, la società ha introdotto una linea di moda sulla base delle sue opere che copre una vasta gamma di prodotti, oltre al caratteristico taglio-jeans e giacca nello stile dei suoi disegni.

Nel 1981, a causa di un cancro alla gola, muore Veli, suo compagno da 28 anni: i due si conobbero nel 1953. Nel 1988 all’artista viene diagnosticata una grave forma di enfisema polmonare; la malattia influenzò il suo modo di disegnare tanto da fargli sperimentare nuove tecniche per nascondere il tremore alle mani. Touko Laaksonen morì il 7 novembre 1991, con i suoi disegni contribuì a cambiare lo stereotipo dell’omosessuale, da sempre visto come effeminato, proponendo i suoi uomini virili e orgogliosi, felici di essere gay e felici della loro mascolinità.

Il 14 aprile 2014 le Itella Posti (Poste Finlandesi) hanno annunciato la futura emissione di tre francobolli in foglietto con le sue illustrazioni.

La crisi del Mercato Filatelico Italiano – possibili soluzioni CONCRETE.

Barre_1534_SXE’ noto a molti che il mercato filatelico italiano sia in forte crisi oramai da alcuni anni. Persone che a suo tempo, su consiglio di qualche agente di un noto commerciante filatelico, ha scelto di acquistare anche a scopo di investimento alcuni pezzi e serie di pregio corredate da rispettivi certificati, oggi si ritrovano in casa solamenter qualche bel francobollo e una manciata di spiccioli. Acquisti fatti a suo tempo in quanto articoli osannati come “bene rifugio”. Rabbrividisco leggendo su certi “foglietti” le cifre spese  solamente 10/15 anni or sono per un Gronchi Rosa o una Democratica: ottima centratura, gomma freschissima (nulla da ridire) … ma quattromilioni e cinquecentomila euro per un rettangolino rosa dentellato anche lontani dalla crisi mi sembrano una follia. Ma pazienza.

Si dice che bisogna guardare avanti senza piangere sul latte versato, pur facendo tesoro di tutte le esperienze, positive o negative che siano, allo scopo di migliorare se stessi e possibilmente anche il sistema. Oggi la forte crisi finanziaria ha trascinato con sé anche il mondo collezionistico ed in particolar modo quei settori del collezionismo in cui la componente speculativa tenuta calda da alcuni commercianti ha contribuito inevitabilmente a far allontanare “a gambe levate” tutti coloro che hanno prontamente scelto di spendere i propri soldi altrove e in altro modo.

Barre_1533_DXIl collezionismo è e deve restare un gioco – puro divertimento – per il piacere di portare avanti nel tempo le proprie raccolte, personalizzandole, migliorandole quantitativamente e qualitativamente. Nulla togliendo alla serietà del lavoro di ciascuno di noi. C’è chi colleziona per gioco e come semplice passatempo; chi lo fa con estrema serietà e impegno da decenni, apportando grossi contributi in tal modo anche alla comunità e regalando talvolta perle di saggezza e di sapere a chi, interessato, è ancora inesperto o alle prime armi. Poi c’è la componente meramente commerciale. Ciò che è in grado di far divertire davvero interessa molte persone. Pertanto la richiesta sarà direttamente proprorzionale al livello di mercato e di business di un certo settore. Oggi è palese che la filatelia non diverta più nessuno, o per lo meno ben pochi. Quanti amici e conoscenti ogni volta mi dicono di andare in posta ad acquistare le ultime emissioni solo ed esclusivamente per un “dovere” che pesa, tra le altre cose, e non più per il gusto e il piacere della scoperta, per la voglia di portare avanti la propria Repubblica. E quanti ho sentito che hanno intenzione di “chiudere” con il 2013: l’emissione Uccelli delle Alpi sarà l’ultima della collezione e poi si volta pagina o si cambia collezione! E come dar loro torto? Tirature ai massimi storici, francobolli autoadesivi pessimi da collezionare e che spesso neppure si separano correttamente dal foglio, vignette totalmente insignificanti … Ma quel che è peggio … la prospettiva che a breve e lungo termine le cose saranno sempre uguali, se non peggio!

Il collezionismo filatelico è come un’automobile e i componenti essenziali del suo motore sono l’entusiasmo e la gioia di chi colleziona, la materia prima (i francobolli per intenderci) interessante, varia ed anche curiosa, un mercato pulito, trasparente e REALE. Purtroppo, rileggendo tutte le parti di questo motore, ho come l’impressione che questa macchina farà parecchio fatica a rimettersi in moto. Volete una dimostrazione uguale e contraria? Ebbene, non a caso, pur rimanendo sempre nell’ambito della filatelia italiana, se non addirittura nella amata Repubblica, proviamo a rapportare il tutto ai soli francobolli con codice a barre. Il pochi mesi dall’inizio succede che un semplice francobollo dentellato (rigorosamente dentellato) riporta una novità autentica, originale e anche divertente: l’appendice con codice a barre. Molti la ignorano, igrandi e puritani la criticano e canzonano pubblicamente chi sceglie di collezionarli. Oggi, dopo soli 5 anni, guardate che cosa è successo! La macchina per così dire alimentata a francobolli con codice a barre che, per inciso, sono i medesimi francobolli che tanto hanno stancato, sfreccia veloce sulle piste e il rombo del suo motore si fa sentire lontano, anche in Europa! Ma la cosa che ancor più mi diverte oggi è che pur parlando di due collezioni assolutamente parallele e molto simili (appendice a parte) il trend dell’una è esattamente opposto al trend dell’altra (lascio a voiil divertimento di identificare “l’una o l’altra”).

In rete si legge degli “Stati Generali della Filatelia“. Sempre in rete si legge di un possibile accordo tra Poste Italiane e Associazione dei Tabaccai allo scopo di permettere a questi ultimi di trattare prodotti filatelici … e il mio primo pensiero è stato: “così finalmente potrò andare a comprarmi le sigarette, un paio di Gratta e Vinci (in verità non fumo e non gioco d’azzardo) e contemporaneamente un prodotto filatelico di pregio … come ad esempio … una bella lamina d’argento …”. Non aggiungo altro.

  1. Ridurre drasticamente le tirature portendole da decine di miliardi di trilioni (forse ho un po’ esagerato) a poche decine di migliaia, in linea con la richiesta dei collezionisti.
    Essere in grado di realizzare vignette in linea con l’interesse attuale dei collezionisti o meglio delle persone tutte in generale, affidando il compito a veri artisti o persone capaci di cogliere l’interesse delle masse.
  2. Ridurre le emissioni su base annua, arricchendole però con serie lunghe e più complete, come le belle serie di un tempo, anche di 7, 10 o più valori tutti a tema.
  3. Limitare l’emissione di autoadesivi a solo scopo di affrancatura. Direi che Posta Ordinaria (la bella letterina che vola) sarebbe più che sufficiente, purché ovviamente i rispettivi facciali siano per lo meno in grado di soddisfare la richiesta di chi affranca (pare che neppure questo oggi funzioni più). E questi potete anche farli distribuire ai tabaccai!
  4. Magari anche una “ritoccatina” ai prezzi di Unificato e Sassone non guasterebbe, dal momento che oggi si vende sistematicamente al 20% di catalogo (un quinto di catalogo, non col 20% di sconto !!!). Non vi dico poi a che prezzi noi commercianti acquistiamo … sempre che abbiamo ancora intenzione di acquistare filatelia!
  5. Aggiungere sul territorio qualche Sportello Filatelico in più. Ufficio postale aggiornato e fornito di tutte le novità, gestito da personale competente, cortese e davvero preparato. (per mia fortuna Cremona ha uno splendido Ufficio Filatelico e per quanto mi riguarda sono servito e riverito … forse anche un po’ troppo viziato).
  6. Diffondere la cultura filatelica attraverso scuole, televisione e Internet. Diffondere sì, ma in modo giusto e soprattutto corretto, evitando stratagemmi tipo foglietti dei diciottenni utili solamente ad arricchire le tasche di qualche commerciante e di sicuro non per diffondere la cultura filatelica tra i giovani.

Ci sarebbero altre postille e migliorie minori, ma intanto vediamo di focalizzare l’attenzione su questi cinque punti che per tutto il resto c’è sempre tempo. Magari poi fra quattro o cinque anni, quando di nuovo ci saranno collezionisti davvero entusiasti e appassionati, potremo anche pensare di fare qualche Stato Generale, o Ambasciata Filatelica che sia … oppure ancora dare in mano ai supermercati le lamine d’argento, oro o di platino … ma per adesso pensiamo ad aspetti più concreti e soluzioni oggettive ad un problema che ogni anno che passa è sempre più grande.

Non mi stupisce scoprire ogni mese che ex collezionisti filatelici abbiano prima scelto di iniziare in parallelo anche la raccolta di serie di figurine Liebig, per poi abbandonare definitivamente la prima e cambiando le proprie raccolte filateliche con cromolitografie in lotti o parti di collezioni avanzate. Non mi stupisce oggi vendere figurine Liebig a normali percentuali di sconto rispetto ai listini ufficiali e dover letteralmente svendere intere collezioni e raccolte filateliche. Non so cosa altro aggiungere. Chiedo scusa per lo sfogo, ma talvolta la semplice lettura di taluni articoli da un lato mi infastidisce, dall’altro lato mi fa talmente incaz…. che l’unico modo per dare sfogo all’ira è scrivere (e andare a nuotare questa sera). Non sono un esperto di mercato filatelico, né tantomeno un famoso collezionista e conoscitore della materia. Quindi … io mi domando e dico … se certe cose le capisco io … se certi punti già da tempo sono stati “tirati fuori” proprio in questo portale da svariati mesi e diversi collezionisti … perchè chi di dovere non ci arriva? O forse (e spero tanto che non sia davvero così) il mercato filatelico italiano è un po’ come la politica italiana: in mano a pochi legati esclusivamente ai propri e meri interessi commerciali e non certo attenti alle esigenze vere del collezionista.

Grazie per il tempo che mi avete dedicato leggendo questo articolo scritto di botto oggi 7 febbraio 2014. Vado avanti a sistemare lo stock delle serie di figurine LIebig in edizione Fiamminga: è un lavoro lungo e abbastanza ripetitivo, ma alla fine mi regala ancora tanta soddisfazione in tutti i sensi. Buoa continuazione.