La crisi del Mercato Filatelico Italiano – possibili soluzioni CONCRETE.

Barre_1534_SXE’ noto a molti che il mercato filatelico italiano sia in forte crisi oramai da alcuni anni. Persone che a suo tempo, su consiglio di qualche agente di un noto commerciante filatelico, ha scelto di acquistare anche a scopo di investimento alcuni pezzi e serie di pregio corredate da rispettivi certificati, oggi si ritrovano in casa solamenter qualche bel francobollo e una manciata di spiccioli. Acquisti fatti a suo tempo in quanto articoli osannati come “bene rifugio”. Rabbrividisco leggendo su certi “foglietti” le cifre spese  solamente 10/15 anni or sono per un Gronchi Rosa o una Democratica: ottima centratura, gomma freschissima (nulla da ridire) … ma quattromilioni e cinquecentomila euro per un rettangolino rosa dentellato anche lontani dalla crisi mi sembrano una follia. Ma pazienza.

Si dice che bisogna guardare avanti senza piangere sul latte versato, pur facendo tesoro di tutte le esperienze, positive o negative che siano, allo scopo di migliorare se stessi e possibilmente anche il sistema. Oggi la forte crisi finanziaria ha trascinato con sé anche il mondo collezionistico ed in particolar modo quei settori del collezionismo in cui la componente speculativa tenuta calda da alcuni commercianti ha contribuito inevitabilmente a far allontanare “a gambe levate” tutti coloro che hanno prontamente scelto di spendere i propri soldi altrove e in altro modo.

Barre_1533_DXIl collezionismo è e deve restare un gioco – puro divertimento – per il piacere di portare avanti nel tempo le proprie raccolte, personalizzandole, migliorandole quantitativamente e qualitativamente. Nulla togliendo alla serietà del lavoro di ciascuno di noi. C’è chi colleziona per gioco e come semplice passatempo; chi lo fa con estrema serietà e impegno da decenni, apportando grossi contributi in tal modo anche alla comunità e regalando talvolta perle di saggezza e di sapere a chi, interessato, è ancora inesperto o alle prime armi. Poi c’è la componente meramente commerciale. Ciò che è in grado di far divertire davvero interessa molte persone. Pertanto la richiesta sarà direttamente proprorzionale al livello di mercato e di business di un certo settore. Oggi è palese che la filatelia non diverta più nessuno, o per lo meno ben pochi. Quanti amici e conoscenti ogni volta mi dicono di andare in posta ad acquistare le ultime emissioni solo ed esclusivamente per un “dovere” che pesa, tra le altre cose, e non più per il gusto e il piacere della scoperta, per la voglia di portare avanti la propria Repubblica. E quanti ho sentito che hanno intenzione di “chiudere” con il 2013: l’emissione Uccelli delle Alpi sarà l’ultima della collezione e poi si volta pagina o si cambia collezione! E come dar loro torto? Tirature ai massimi storici, francobolli autoadesivi pessimi da collezionare e che spesso neppure si separano correttamente dal foglio, vignette totalmente insignificanti … Ma quel che è peggio … la prospettiva che a breve e lungo termine le cose saranno sempre uguali, se non peggio!

Il collezionismo filatelico è come un’automobile e i componenti essenziali del suo motore sono l’entusiasmo e la gioia di chi colleziona, la materia prima (i francobolli per intenderci) interessante, varia ed anche curiosa, un mercato pulito, trasparente e REALE. Purtroppo, rileggendo tutte le parti di questo motore, ho come l’impressione che questa macchina farà parecchio fatica a rimettersi in moto. Volete una dimostrazione uguale e contraria? Ebbene, non a caso, pur rimanendo sempre nell’ambito della filatelia italiana, se non addirittura nella amata Repubblica, proviamo a rapportare il tutto ai soli francobolli con codice a barre. Il pochi mesi dall’inizio succede che un semplice francobollo dentellato (rigorosamente dentellato) riporta una novità autentica, originale e anche divertente: l’appendice con codice a barre. Molti la ignorano, igrandi e puritani la criticano e canzonano pubblicamente chi sceglie di collezionarli. Oggi, dopo soli 5 anni, guardate che cosa è successo! La macchina per così dire alimentata a francobolli con codice a barre che, per inciso, sono i medesimi francobolli che tanto hanno stancato, sfreccia veloce sulle piste e il rombo del suo motore si fa sentire lontano, anche in Europa! Ma la cosa che ancor più mi diverte oggi è che pur parlando di due collezioni assolutamente parallele e molto simili (appendice a parte) il trend dell’una è esattamente opposto al trend dell’altra (lascio a voiil divertimento di identificare “l’una o l’altra”).

In rete si legge degli “Stati Generali della Filatelia“. Sempre in rete si legge di un possibile accordo tra Poste Italiane e Associazione dei Tabaccai allo scopo di permettere a questi ultimi di trattare prodotti filatelici … e il mio primo pensiero è stato: “così finalmente potrò andare a comprarmi le sigarette, un paio di Gratta e Vinci (in verità non fumo e non gioco d’azzardo) e contemporaneamente un prodotto filatelico di pregio … come ad esempio … una bella lamina d’argento …”. Non aggiungo altro.

  1. Ridurre drasticamente le tirature portendole da decine di miliardi di trilioni (forse ho un po’ esagerato) a poche decine di migliaia, in linea con la richiesta dei collezionisti.
    Essere in grado di realizzare vignette in linea con l’interesse attuale dei collezionisti o meglio delle persone tutte in generale, affidando il compito a veri artisti o persone capaci di cogliere l’interesse delle masse.
  2. Ridurre le emissioni su base annua, arricchendole però con serie lunghe e più complete, come le belle serie di un tempo, anche di 7, 10 o più valori tutti a tema.
  3. Limitare l’emissione di autoadesivi a solo scopo di affrancatura. Direi che Posta Ordinaria (la bella letterina che vola) sarebbe più che sufficiente, purché ovviamente i rispettivi facciali siano per lo meno in grado di soddisfare la richiesta di chi affranca (pare che neppure questo oggi funzioni più). E questi potete anche farli distribuire ai tabaccai!
  4. Magari anche una “ritoccatina” ai prezzi di Unificato e Sassone non guasterebbe, dal momento che oggi si vende sistematicamente al 20% di catalogo (un quinto di catalogo, non col 20% di sconto !!!). Non vi dico poi a che prezzi noi commercianti acquistiamo … sempre che abbiamo ancora intenzione di acquistare filatelia!
  5. Aggiungere sul territorio qualche Sportello Filatelico in più. Ufficio postale aggiornato e fornito di tutte le novità, gestito da personale competente, cortese e davvero preparato. (per mia fortuna Cremona ha uno splendido Ufficio Filatelico e per quanto mi riguarda sono servito e riverito … forse anche un po’ troppo viziato).
  6. Diffondere la cultura filatelica attraverso scuole, televisione e Internet. Diffondere sì, ma in modo giusto e soprattutto corretto, evitando stratagemmi tipo foglietti dei diciottenni utili solamente ad arricchire le tasche di qualche commerciante e di sicuro non per diffondere la cultura filatelica tra i giovani.

Ci sarebbero altre postille e migliorie minori, ma intanto vediamo di focalizzare l’attenzione su questi cinque punti che per tutto il resto c’è sempre tempo. Magari poi fra quattro o cinque anni, quando di nuovo ci saranno collezionisti davvero entusiasti e appassionati, potremo anche pensare di fare qualche Stato Generale, o Ambasciata Filatelica che sia … oppure ancora dare in mano ai supermercati le lamine d’argento, oro o di platino … ma per adesso pensiamo ad aspetti più concreti e soluzioni oggettive ad un problema che ogni anno che passa è sempre più grande.

Non mi stupisce scoprire ogni mese che ex collezionisti filatelici abbiano prima scelto di iniziare in parallelo anche la raccolta di serie di figurine Liebig, per poi abbandonare definitivamente la prima e cambiando le proprie raccolte filateliche con cromolitografie in lotti o parti di collezioni avanzate. Non mi stupisce oggi vendere figurine Liebig a normali percentuali di sconto rispetto ai listini ufficiali e dover letteralmente svendere intere collezioni e raccolte filateliche. Non so cosa altro aggiungere. Chiedo scusa per lo sfogo, ma talvolta la semplice lettura di taluni articoli da un lato mi infastidisce, dall’altro lato mi fa talmente incaz…. che l’unico modo per dare sfogo all’ira è scrivere (e andare a nuotare questa sera). Non sono un esperto di mercato filatelico, né tantomeno un famoso collezionista e conoscitore della materia. Quindi … io mi domando e dico … se certe cose le capisco io … se certi punti già da tempo sono stati “tirati fuori” proprio in questo portale da svariati mesi e diversi collezionisti … perchè chi di dovere non ci arriva? O forse (e spero tanto che non sia davvero così) il mercato filatelico italiano è un po’ come la politica italiana: in mano a pochi legati esclusivamente ai propri e meri interessi commerciali e non certo attenti alle esigenze vere del collezionista.

Grazie per il tempo che mi avete dedicato leggendo questo articolo scritto di botto oggi 7 febbraio 2014. Vado avanti a sistemare lo stock delle serie di figurine LIebig in edizione Fiamminga: è un lavoro lungo e abbastanza ripetitivo, ma alla fine mi regala ancora tanta soddisfazione in tutti i sensi. Buoa continuazione.

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2 commenti su “La crisi del Mercato Filatelico Italiano – possibili soluzioni CONCRETE.”

  1. Il problema della tiratura è giusto. Poste avrà dei costi per stampare i francobolli e quindi dovrà garantire determinate tirature?? Non saprei.
    Potrebbero anche eliminare i bolli ordinari, sarebbe una soluzione per smaltire i bolli filatelici, così il problema dei costi è superato.
    Più probabilmente sarà come in politica, qualche favore, qualche bustarella e le tirature non calano. Gli sportelli filatelici anno migliaia di euro di giacente.. gli uffici normali anche. Perché stampare 3 milioni di francobolli se se ne vendono 100.000?
    Forse proprio per evitare il business che si crea dietro alle collezioni??
     
    Diciamolo chiaramente, le collezioni, tutte, raramente sono fatte per sola passione, più spesso per “rivalutazione” di quanto investito, anche senza per forza rivenderle.
    Quella dei codice a barre, più che una collezione, è stata un’opportunità creata da pochi per rendere raro ciò che non è raro. Chi ha visto lungo ha illuso molti.
    La crisi ha aiutato la cosa, perché chi non ha lavoro o per arrotondare ha pensato bene di investire, tu stesso William hai scritto spesso di valori del 2008 che valgono dieci volte il facciale (o simile), con internet la voce corre veloce e il boom è stato solo di “mercenari”.
     
    Conosco persone non collezioniste che hanno comprato l’aeronautico perché potrebbe acquistare valore.
    In questo blog la maggior parte degli utenti scriveva quando c’era qualche dritta nell’aria, pochi scrivevano per passione dei francobolli. Calato il mercato calati i commenti, casualità?
     

  2. Molte volte ho scritto qui, ciò che a mio avviso è stato il boom filatelico relativo ai barre. Sono stato criticato da molti perché nominavo “raccoglitori”  i nuovi collezionisti  che qui puntualmente scrivevano di rarità , utilizzando la piattaforma come una “pastura” per sondare il terreno e colpire poi con le loro inserzioni su ebay e company.    Tutto ha una fine e spesso il risveglio è doloroso, ma necessario per ritrovare obbiettività e giusta misura.  La rarità vera non stenterà a mantenere un  interesse commerciale , magari  caleranno le valutazioni ma rimarranno oggetti filatelici importanti. Invece le rarità costruite a tavolino, dopo aver fatto la felicità di chi le ha vendute,  andranno a riempire gli album di chi , pensando al business si è lasciato  a suo tempo coinvolgere in questo gioco che nulla ha a che fare con la filatelia, intesa come ricerca e studio faticoso e appassionato.

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