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Il Certificato Peritale Filatelico … a mio parere.

Buon giorno, cari lettori. Da mesi coltivo l’idea di scrivere, ma soprattutto pubblicare, questo articolo. Si tratta di un tema a me caro, e forse un po’ scottante, che mi auguro verrà affrontato e discusso nel migliore dei modi, con correttezza e rispetto reciproco. Mi permetto questa iniziale sottolineatura dal momento che immagino potrebbe sollevare qualche polverone. D’altro canto, a mio avviso, prima o poi qualcuno avrebbe dovuto sollevare la questione in modo chiaro e senza tanti fronzoli.

Oggi parliamo di certificati peritali filatelici, ossia quei bei foglietti di carta con riproduzione fotografica di un certo francobollo (o serie), timbro e firma di un perito filatelico regolarmente iscritto all’albo e sua dichiarazione di autenticità del valore postale. Parlando di francobolli sapete meglio di me che circolano pezzi di valore pressoché nullo e altri capaci di raggiungere in asta cifre da capogiro. Parliamo in quest’ultimo caso di francobolli il cui reale valore di mercato è importante e di conseguenza facilmente scambiabili con denaro sonante. Per questo motivo tali pezzi sono il più delle volte soggetti a falsificazioni. E non mi riferisco a riproduzioni pacchiane e facilmente riconoscibili anche da un filatelista inesperto. Parlo, ad esempio, di Gronchi Rosa falsi pressoché identici a un originale, ottenuti dalla stampa della vignetta su un certo foglietto di San Marino decolorato chimicamente e con tanto di filigrana al seguito. Oppure, ricordando il precedente articolo sulle Falsificazioni dei Barre, all’ingegno di chi ha saputo creare ad arte quartine dichiaratamente false del famoso Natale Laico del 2009 con codice a barre, utilizzando quattro francobolli originali dello stesso, trasferendoli sulla fustellatura del 60 cent. di posta ordinaria dello stesso anno e ristampando poi l’appendice con codice a barre con l’ausilio di stampanti a sublimazione.  Non mi dilungo oltre. Questo basti per farci capire che talvolta l’occhio anche allenato del collezionista non è sufficiente. Risulta necessario l’intervento di un vero esperto del settore dotato non solo di grande esperienza e conoscenza in ambito filatelico, ma anche di apparecchiature e strumenti del mestiere capaci di svelare caratteristiche nascoste o apparentemente invisibili, così da rendere possibile distinguere in modo inequivocabile il vero dal falso.

Il perito filatelico è un professionista che mette a disposizione sia del privato, sia del commerciante, i propri servigi, la propria conoscenza e le proprie strumentazioni  in cambio di un compenso.  Il perito filatelico è colui che, ufficialmente e sempre dietro compenso, ha l’autorità per certificare l’autenticità (o meno) di un dato francobollo. Potrebbero arrivare al medesimo risultato anche molti altri esperti e conoscitori del settore, sia privati, sia professionisti non periti. D’altra parte, chi solo in Italia ha la facoltà di rilasciare il famoso certificato (come è giusto che sia) è esclusivamente la figura autorizzata ed ufficialmente riconosciuta del Perito Filatelico.

Dopo queste premesse, a mio avviso più che corrette, osservo e leggo con attenzione alcuni certificati peritali rilasciati da nomi ben noti della filatelia in Italia. Salvo qualche rarissima eccezione, praticamente tutti i certificati riportano la frase “A mio parere …”. Sarò sincero e schietto: ogni volta che mi è capitato di leggere questa frase in un qualunque certificato peritale di un qualsivoglia perito filatelico, sempre ne sono scaturite idee contrastanti. Da un lato era chiaro che nessun perito poteva assurgersi a sommo dichiaratore di autenticità di un certo francobollo e pertanto era necessario che si tutelasse da possibili errori umani, apponendo semplicemente quella frase in ogni certificato che rilasciava: “A mio parere questo francobollo è autentico ed originale … ma in verità potrei anche sbagliarmi, ovvero potrebbe capitare un giorno che un altro perito, forse più preparato in materia o con al seguito strumentazioni più sofisticate, lo identifichi come falso.” Errare è umano e soprattutto la tecnologia fa passi da gigante ed è in costante evoluzione. Eppure, anche volendo accettare il fatto che un professionista cerchi in qualche modo di tutelarsi, rimane qualcosa in tutto questo meccanismo che proprio non mi convince.

Succede un giorno che devo far certificare la mia caldaia. Il mio vicino di casa G.P. è veramente in gamba: se ne intende davvero di idraulica e di caldaie e mi rassicura subito che la mia caldaia funziona correttamente. Purtroppo non è un professionista del settore e di conseguenza non è nelle condizioni di potermi rilasciare alcun certificato di conformità. Così sono costretto ad interpellare un idraulico regolarmente iscritto all’albo il quale, nel giro di qualche giorno, si presenta a casa mia, controlla e verifica la caldaia e, dopo essere giunto alle medesime conclusioni dell’amico G.P. ed aver incassato la sua giusta parcella, mi rilascia un certificato di conformità in cui dichiara, apponendo il suo timbro e la sua firma, che la mia caldaia è conforme alle normative vigenti e funziona regolarmente. Probabilmente il tecnico della caldaia non colleziona francobolli, ma mi viene spontaneo domandargli come mai non avesse aggiunto sul mio certificato la frase “A mio parere …” proprio per tutelarsi in caso di errori o incidenti. In fondo sbagliare è umano. Mi risponde che se io dopo un mese fossi morto a causa delle esalazioni di monossido scaturite proprio dalla mia caldaia … errare sarebbe stato ritenuto umano … ma lui sarebbe andato in galera comunque! D’altro canto io avevo richiesto l’intervento di un professionista del settore il quale solo poteva offrirmi la garanzia di un certo servizio unitamente ad un certificato valido, autentico ed incontrovertibile, perché lui era un professionista! E professionista significa non soltanto esperto in materia, ma anche certificato ed autorizzato a dichiarare, a certificare, ad autenticare, a garantire con il suo stesso nome, con la sua stessa firma, assumendosi anche il rischio e la responsabilità delle conseguenze qualora la sua tesi fosse smentita, vuoi da un altro perito, vuoi da un incidente. Il mio vicino avrebbe potuto rilasciarmi una dichiarazione in carta semplice con scritto, ed anche firmato, che a suo parere la mia caldaia era a norma. Ma in caso di incidente non avrebbe avuto alcun valore legale e di sicuro G.P. non avrebbe dovuto risponderne.

A questo punto torniamo al nostro certificato peritale filatelico. Vi voglio sottoporre un caso inverso e farvi riflettere proprio su questo aspetto. Poniamo alla nostra attenzione uno splendido esemplare di Gronchi Rosa corredato di certificato peritale di autenticità. Certificato di uno dei più noti periti Italiani che ne dichiara l’autenticità … ma solo a suo parere e non inequivocabilmente. Io ho un dubbio: e se capitasse (come è realmente accaduto in passato ed anche di recente) che un perito filatelico dichiarasse un certo francobollo come autentico ed un secondo perito lo riconoscesse come falso? Come posso accontentarmi di un simile certificato che lascia, purtroppo, adito a dubbi?

Sempre il mio caro vicino di casa, oltre ad essere un valido idraulico, è anche un grandissimo esperto filatelico, ma talmente esperto che il suo nome è noto e riconosciuto fin dalle alte sfere della filatelia italiana. Nonostante la sua immane conoscenza, le sue abilità, la sua esperienza e capacità nel riconoscere un falso, non ha mai avuto intenzione per scelta di diventare un perito filatelico, rimanendo per lui la filatelia solamente un hobby. Nonostante questo – mi ripeto – il suo nome ha fatto storia ed è noto proprio a tutti. E’ risaputo che se G.P. dice che un certo francobollo è falso, puoi star certo che vero non è! Ebbene, io sto sempre girando per casa con in mano il mio Gronchi Rosa affiancato da un bel certificato peritale di autenticità. E la frase “A mio parere …” purtroppo non mi dà pace e un po’ mi tormenta. Qualora decidessi di metterlo in vendita sono certo che raggiungerebbe ottime cifre all’asta, dato che tale certificato fa sì che la sua autenticità sia altamente probabile. Però, forse per una questione di principio, io sarei disposto a pagare un perito in grado di garantirne l’autenticità al 100% e non soltanto “a suo parere”. Mi viene l’idea di farlo certificare anche da un secondo perito. Ma in questo caso avrei due pareri molto probabilmente identici, ma sempre e soltanto due pareri. E non mi sembra giusto sborsare altro denaro solamente per un secondo parere. Anzi, in verità proprio non mi sembra corretto pagare una parcella perché un professionista mi fornisca un semplice parere. Così ho un colpo di genio: il mio vicino è vero che non è perito, ma – accidenti a lui – la sua fama è nota a tutti! Forse un certificato non me lo potrà rilasciare, ma un parere certamente sì e sono convinto che un suo giudizio scritto nero su bianco, unitamente alla scansione del francobollo in questione e alla sua firma apposta in modo corretto avrebbe un grandissimo peso sul mercato. Su tale foglio probabilmente non avrei scritto “Certificato di Autenticità”, ma sono sicuro che chiunque potesse riconoscere il nome e la firma di G.P. proprio sulla foto del mio Gronchi Rosa, sarebbe più che certo di acquistare un francobollo autentico ed originale.

Io stesso, dovendo acquistare un Gronchi Rosa corredato da certificato peritale riportante la frase “A mio parere …” avrei buone probabilità di portarmi a casa un francobollo autentico. E se poi a distanza di mesi, o peggio di anni, risultasse un falso? E se il perito si sbagliasse? Tutto è possibile, ma accidenti, per lo meno che tale ipotesi non traspaia così chiaramente dal certificato stesso!

Allo stesso tempo mi cade l’occhio su un’asta di un secondo Gronchi Rosa. Dalla foto sembra proprio un bell’esemplare: ottima centratura, gomma freschissima, dentellatura perfetta. Peccato che non sia corredato da certificato peritale di autenticità … ma aspetta un secondo … il venditore è proprio il mio vicino di casa G. P. ed è disposto a spedirmelo unitamente ad una scansione dello stesso con apposta la sua firma e due righe comprovanti l’origine del francobollo! Forse non sarà un perito, forse di certificato vero e proprio non si tratterà, ma del resto fare una scansione ed apporvi la propria firma penso che sia lecito. E d’altra parte se lo dice G.P. che è vero, sicuramente è autentico! A farlo certificare da un vero perito sarò sempre in tempo: l’importante adesso è avere la garanzia assoluta di portarsi a casa un esemplare autentico al 100%.

Concludendo, senza voler in nessun modo polemizzare o attaccare nessuno, ho cercato di utilizzare esempi chiari e casistiche semplici, quanto comuni, proprio allo scopo di portare alla luce quello che, a mio avviso, è un problema serio. Qualunque filatelista che voglia far periziare un certo francobollo deve rivolgersi ad un perito filatelico, ossia ad un professionista del settore regolarmente iscritto all’albo e pertanto riconosciuto come tale, per capacità ed esperienza. In quanto tale, il professionista deve potermi fornire una perizia completa e veritiera dell’esemplare, senza lasciare adito a dubbi. Il cliente paga una parcella per il servizio richiesto e pertanto ha il diritto di pretendere un certificato “Senza alcun dubbio”. Qualora un perito non fosse in grado di garantire l’autenticità al 100% del francobollo, allora lo stesso perito non sarà nelle condizioni di poter rilasciare alcun certificato peritale di autenticità, dal momento che un certificato riportante tale frase potrebbe considerarsi assolutamente privo di valore … a mio parere!