Come promesso, ecco il secondo e atteso articolo che il sig. Raimondi ci ha concesso in esclusiva. Una lettura decisamente fuori dagli schemi per un portale strettamente legato al collezionismo, eppure … la sua passione e oserei dire fede verso la filatelia in generale, ulteriormente rafforzata dai Codici a Barre, ha reso possibile mescolare prima e analizzare poi il tutto in un quadretto a tratti divertente, riflessivo, emozionante. Come sempre grazie a nome di tutti noi per questo regalo graditissimo.
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Bell’articolo e bella idea, soprattutto quella di destinare i ricavi delle vendite a scopi culturali. Ma siamo in Italia, il paese dove crolla Pompei , dove nei caveau dei musei stanno marcendo migliaia di opere d’arte perché non ci sono soldi per i restauri ecc… I fondi troverebbero subito un’altra strada e finirebbero probabilmente in mille rivoli inutili creati dai soliti interessi clientelari. E qui mi fermo se no faccio un comizio ! La Filatelia si è dimostrata un settore portante delle Poste Italiane, soprattutto negli ultimi anni e dopo l’avvento dei codici a barre. Conoscete ampiamente la mia idea a proposito della speculazione ma pare proprio che la molla che ha fatto scattare il nuovo interesse filatelico sia nata con il Corriere dei piccoli e col Natale Laico. Qualche consiglio perciò che mi sentirei di dare alle Poste , della serie : se non li puoi battere unisciti a loro… creare ad arte le condizioni per cui , almeno una volta all’anno , siano prodotti francobolli destinati a diventare succulente prede per gli affaristi. Come ? Con tirature bassissime e qua e là sbagli voluti o preconfezionati , tanto da far gridare a tutti : Questa è una vera rarità ! Con buona pace degli amanti dell’arte e della cultura e con grande soddisfazione per quelli che non sanno neppure chi sia stato Michelangelo e ancor peggio, non gliene frega niente !. Saluti
Marco