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Lo stato di conservazione di una figurina Liebig

La prima serie di sedici figurine Liebig fu emessa nel lontano 1872, ossia più di centoquarantanni fa, o, se preferite, quasi un secolo e mezzo fa! Certo è che per un monumento, oppure in rapporto alla facciata di una chiesa, sono bruscoline … ma per una figurina di carta, delicata, con inchiostri vivi (in particolare per le prime serie) è sicuramente un lasso di tempo decisamente molto grande. E’ altresì vero che il collezionismo delle Liebig ha avuto inizio poco dopo la loro comparsa e questo ha fatto sì che ancora oggi siano reperibili diversi (forse meglio scrivere “alcuni”) esemplari delle prime figurine emesse, ancora oggi in “perfetto stato di conservazione”. Ho scelto appositamente di mettere tra virgolette la frase “perfetto stato di conservazione” perchè proprio con questo articolo vorrei che si facesse chiarezza su un aspetto fondamentale per la collezione stessa.

Il giudizio dato in riferimento allo stato di conservazione di una certa figurina non potrà mai essere assoluto. Infatti, prima ancora di metterci ad osservare gli angoli, i bordi, il colore, il retro di una figurine, dobbiamo necessariamente poterla inquadrare. Innanzitutto è necessario identificarla, ossia capire a quale serie appartiene. In questo ci vengono in aiuto i cataloghi, ma prima ancora l’esperienza che fin da subito, anche se in modo approssimativo, ci aiuterà a collocarla in una data fascia temporale, facilitando quindi il compito di associarla poi ad una serie specifica. A questo punto, identificata la serie e quindi stabilito l’anno di appartenenza, inizieremo ad osservarla con occhi critici ed attenti al minimo dettaglio, ma con la consapevolezza della sua età ed importanza. Per l’osservazione non sono necessari strumenti particolari: abbiamo dinanzi un oggetto di dimensioni più che sufficienti perchè possa essere analizzato in dettaglio anche ad occhio nudo; un oggetto non particolarmente fragile, se pur delicato, che è possibile maneggiare con una certa facilità e sicurezza.

GLI STRUMENTI DEL MESTIERE

Una figurina Liebig solitamente ha una dimensione di 7 x 11 cm circa. Per questo motivo già un occhio attento sarà in grado di percepire anche il minimo difetto o imperfezione. Tuttavia l’ausilio di una lente d’ingrandimento, possibilmente di grande diametro (8 o 9 cm.) con impugnatura a manico, potrebbe tornarci utile negli studi più minuziosi. Anche un righello trasparente, millimetrico e con le linee indicanti i millimetri sottili ci permetterà di misurare con una certa precisione lunghezza e larghezza della nostra figurina e, in caso di serie pregiate, confrontare i dati con un catalogo ufficiale che ne riporti anche le dimensioni. Purtroppo in questo il catalogo Sanguinetti non ci è di grande ausilio, mentre il catalogo Unificato mette a disposizione maggiori dettagli e informazioni utili allo scopo. In aggiunta, mi permetto di indicare tra gli strumenti del mestiere le figurine stesse. Infatti, soprattutto per serie antiche, nulla è più indicato di una seconda figurina da utilizzarsi come elemento di confronto.

DIFETTI COMUNI E DIFETTI NASCOSTI

Volendo fare l’avvocato del diavolo, devo ammettere che i difetti possibili ed effettivamente riscontrabili in una figurina Liebig possono essere diversi e di diversa natura. Proverò ad elencarveli in modo che in futuro sappiate eventualmente identificarli prontamente. Questo perchè alcuni sono palesi, mentre altri più infidi e nascosti, pertanto difficilmente riscontrabili a colpo d’occhio.

  • angoli schiacciati: i quattro angoli di una figurina, se pur integri e a punta, presentano come una specie di gradino, o avvallamento, dovuto alla permanenza prolungata di tale figurina nei vecchi album d’epoca di cartone.
  • angoli stondati: a causa di una errata conservazione, o di maneggiamenti poco attenti, alcune figurine o intere serie possono presentare angoli non più appuntiti, ma stondati, arrotondati. Sappiate che all’origine tutte le figurine Liebig hanno angoli a 90° perfettamente appuntiti.
  • bordi rovinati: difetto dovuto il più delle volte a molteplici inserimenti e rimozioni di una certa figurina in vari album, e in particolare in quelli d’poca dove l’inserimento, più ancora che la rimozione può facilmente danneggiare la figurina.
  • pieghe: uno dei difetti più comuni, spesso causato dalla noncuranza o peggio dalla maldestria. Sebbene le figurine Liebig non siano delicate come francobolli, restano pur sempre fragili cromolitografie di carta. Se non maneggiate con attenzione è facile causare inavvertitamente pieghe soprattutto agli angoli. Una piega abbastanza comune è riscontrabile anche lungo il lato superiore per serie con orientamento verticale, oppure lungo uno dei lati sinistro o destro per serie orizzontali. Succede quando si cerca di inserire la figurina negli appositi fogli trasparenti e questa incontra un minimo di resistenza: mai spingere, mai forzare la mano.
  • residui di colla a tergo: purtroppo anni fa c’era chi sceglieva di incollare le figurine su album di cartone, noncurante del fatto che così le avrebbe irreparabilmente danneggiate. Certe serie antiche sono state recuperate, ma presentano a tergo una o più macchie residue della colla impiegata al tempo. Nei casi più gravi è possibile che con la colla se ne siano andate anche parti della carta a tergo e con essa parte delle descrizioni e didascalie.
  • segni di elastico: esiste qualcuno che per tenere raggruppate le sei figurine appartenenti a una data serie sceglie di utilizzare gli elastici. Anche se morbidi e in apparenza sembrano non danneggiare le figurine, sono assolutamente da evitare. La gomma dell’elastico con gli anni si deteriora e il più delle volte aderisce alla carta in modo irreparabile. Mi è capitato di maneggiare serie in cui una figurina presentava il segno lasciato da un elastico. Nel 90% dei casi, scorrendo fronte/retro anche le altre figurine, ne troveremo sicuramente un’altra della stessa serie con il medesimo difetto.
  • la rifilatura: ci sono figurine che all’origine presentano bordi bianchi decisamente più ampi rispetto ad altre, oppure figurine di misure non standard che è impossibile inserire negli appositi album a fogli trasparenti. Se non siamo a conoscenza della loro misura esatta, è possibile incappare in figurine rifilate, solitamente con l’ausilio di una buona taglierina. I bordi e gli angoli appariranno in ottimo stato, ma in seguito ad un intervento artificioso, che avrà alterato irrimediabilmente la figurina stessa.
  • inchiostro che “suda”: figurine con più di un secolo di vita ed in particolare con presenza di color oro, con gli anni subiscono una sorta di trasudazione dell’inchiostro stesso dalla carta. Tale difetto non era riscontrabile quando le figurine venivano conservate negli album d’epoca. Inserite però in fogli trasparenti di PVC capita talvolta che l’inchiostro di una o più figurine si attacchi alla plastica, rendendone in seguito difficile la rimozione. Nei casi più gravi, facendo scivolare la figurina per estrarla può capitare che parte della vignetta resti attaccata al PVC danneggiando irreparabilmente l’immagine. Sono casi fortuiti che il più delle volte si evitano agendo in modo corretto prima della rimozione.
  • umidità: l’umidità per le figurine Liebig è davvero deleteria, soprattutto qualora album d’epoca con annesse serie siano rimaste per anni in ambienti umidi e poco areati. Quel che è peggio è che spesso, in apparenza, la figurina è integra e perfetta. Eppure, prendendola in mano, notiamo subito una certa morbidezza ed eccessiva flessuosità della carta. I rischi sono due: o a lungo andare tale figurina di sfoglierà, oppure, avendo assorbito umidità, se conservata in fogli trasparenti la muffa potrebbe prendere il sopravvento danneggiandola irreparabilmente.
  • segni e scritte a tergo: fino al 1934 le serie di figurine Liebig non riportano alcuna numerazione, tanto è vero che esistono diversi cataloghi in Europa con numerazioni differenti. Noi stessi in Italia abbiamo la numerazione Sanguinetti (unica riconosciuta universalmente) e la numerazione Unificato/Fada. Era pertanto consuetudine riportare a tergo di una o tutte le figurine di una serie la relativa numerazione, solitamente in matita. Se non deturpante, o meglio in matita, si tratta il più delle volte di segni acettabili.
  • timbri dei commercianti a tergo: diverso il discorso sui timbri apposti a tergo dai commercianti d’epoca: in questo caso l’argomento è degno di studi e approfondimenti, in quanto c’è chi reputa tali timbri come una sorta di firma che arantisce per l’autenticità della figurina stessa, talvolta aumentandone addirittura il valore. Se si tratta di un timbro non deturpante, al momento consiglio di conservare gelosamente tale figurina.
  • le falsificazioni: non propriamente un difetto, quanto il tentativo fraudolento di riprodurre una cromolitografia di valore non indifferente a scopo di lucro. Argomento che ad oggi non sembra interessare il collezionismo delle Liebig. Ho avuto occasione di acquistare alcuni “falsi d’epoca” se così vogliamo definirli a scopo di studio e di confronto. Posso assicurarvi che tali falsi si discostano di molto dalla serie originale: consistenza e scivolosità della carta, tipi di inchiostri, i dettagli stessi sono ben lungi dall’avvicinarsi da un originale di fine ‘800.

Per poter valutare correttamente lo stato di conservazione di una figurina Liebig, una volta identificata, dovremo tenere conto di tre elementi essenziali: l’epoca di appartenenza, la rarità o difficoltà d reperimento, le sue catratteristiche intrinseche (tipo di stampa, dimensioni – per alcune serie antiche e rare dove la rifilatua, ad esempio, è plausibile). Serie recenti e comuni, per nulla difficili da reperire, si potranno trovare facilmente in condizioni pari al nuovo, o addirittura ancora provviste di fascetta originale (mai inserite in album). Serie di 70/100 anni fa con bordi ed angoli perfetti, carta bianca a tergo priva di ingiallimenti o macchie, saranno già ben più difficili da trovare e nel caso saranno sicuramente un ottimo pezzo da collezione. Serie appartenenti al XIX secolo, emesse prima del 1900, difficilmente si presenteranno al pari di una serie degli anni ’50: angoli leggermente stondati, carta al tergo con qualche segno del tempo sono caratteristiche pressoché comuni e più che accettabili e tali figurine saranno considerate comunque sia ottimi pezzi da collezione. Con questo non intendo die che tutte le figurine antecedenti il 1900 debbano essere in mediocri condizioni di conservazione. Ci sono collezionisti che conservano gelosamente serie antiche ancora oggi in perfetto stato. Questo significa che la qualità, se pur rara e difficile, è possibile sempre, ma il più delle volte si fa pagare e anche profumatamente! Una serie Liebig, ad esempio, di fine ‘800 con angoli appuntiti, retri bianchi privi di macchie o abrasioni, a mio avviso rappresenta un tassello importante nella nostra collezione, indipendentemente dal suo valore di catalogo. Iniziare a collezionare da zero le Liebig è davvero divertente e anche semplice data la grande disponibilità di materiale in perfetto stato e a basso costo. Quando però la nostra collezione comincerà ad assumere dimensioni ragguardevoli, la nostra attenzione si sposterà sempre di più verso le serie antiche. Ed è proprio qui che lo stato di conservazione assume un ruolo fondamentale, tanto è vero che il completare la collezione passerà in un secondo piano, prendendo il sopravvento proprio il desiderio di migliorare qualitativamente la collezione stessa, con sostituzioni, cambi, migliorie.

CONCLUSIONI

Spero vivamente che questo articolo possa servire ad affinare la capacità di valutazione di una certa serie Liebig che magari stiamo per acquistare. Allo stesso modo ricordo che prima di un qualunque acquisto le figurine vanno sempre e categoricamente visionate: non fidiamoci mai del giudizio di terzi: quante volte mi sono sentito dire al telefono che un certo lotto era costituito da figurine in perfetto stato. Dopodiché, presa visione dello stesso, già a colpo d’occhio si capiva che le condizioni erano a dir poco pessime! Senza voler essere in mala fede, un conto è il giudizio obiettivo (e talvolta pignolo) del collezionsta esperto; un conto l’opinione di chi riesce fin da subito a cogliere la bellezza di quste figurine, ma senza aver mai avuto la fortuna di confrontarle con altri elementi di paragone. il giudizio e la stima sono fattori assolutamente personali e totalmente soggettivi e possono anche differire non di poco dai nostri. Dal momento in cui certi acquisti si concludono online, non scordiamoci di chiedere sempre scansioni fronte – retro delle serie importanti, perchè alcuni limitano il proprio giudizio alla vignetta e non prendono neppure in considerazione la figurina a tergo con la relativa didascalia. Talvolta omettono difetti al retro che ne deturpano le scritte rendendole magari illeggibili (con conseguente abbattimento del valore). A mio avviso una figurina Liebig va presa sempre nel suo insieme, ossia vignetta + didascalia a tergo. Per come la vedo io, se la vignetta è perfetta, ma la parte descrittiva è sciupata ed illeggibile, la figurina non mi interessa, in quanto incompleta. In verità ancora oggi non transigo su certi elementi, però mi sono reso conto io stesso che è meglio avere una figurina Liebig un po’ sciupata, oppure con qualche difetto anche vistoso, piuttosto che non averla! In fondo a sostituirla siamo sempre in tempo! L’importante è averla pagata il giusto e non come una dello stesso tipo ma “in perfetto stato di conservazione”.

Conservazione dei Barre: attenzione ai divisori in pergamino!

Cari collezionisti di Codice a Barre e non solo, desidero questa volta  diffondere qualche utile consiglio su come conservare questi ricercatissimi francobolli con codice a barre.

A mio avviso il classificatore più indicato per la conservazione dei Barre è quello con gli intercalari in acrilico perchè non poco tempo fa mi capitò di inserirli in un classificatore con fogli in pergamino. Solo però dopo una settimana quasi tutti i francobolli risultarono deturpati, in quanto la carta in pergamino a contatto con gli stessi catturò il colore.

In sostanza agisce come da spugna rovinando il francobollo, deturpandolo in modo vistoso. Ad oggi avendo ricevuto altre segnalazioni consiglio vivamente di usare i classificatori con i fogli in acrilico per conservare i vostri Barre oppure dei classificatori di buone ditte con divisori in pergamino non trattati con plastificanti o cere … attenzione le immagini dei francobolli riportate in basso sono appunto dei francobolli deturpati (a contatto con il pergamino) non siamo in presenza di varietà quindi state attenti!

Chiaramente non tutte le ditte sono uguali …

Saluti da Francesco Scarparo